“Ti do i miei occhi” di Iciar Bollain


Premiato al Festival di San Sebastian e vincitore di 7 Goya (gli Oscar spagnoli) un ottimo film sulla violenza domestica e sul rapporto non paritario uomo-donna.

Uno dei migliori e maggiormente approfonditi ritratti di donna che il grande schermo ci abbia mai offerto, una analisi convincente e sensibile di una dramma perennemente attuale, la cui soluzione sembra sempre lontana e difficile (presentando il film in Italia, la regista ha ricordato che “negli Usa viene aggredita in media una donna ogni pochi secondi e in genere il responsabile è il marito, in Spagna 2 milioni di donne sono state vittime di maltrattamenti in casa, in Svezia ogni dieci giorni una donna muore in seguito agli abusi subiti da parte di un familiare”).

Passione e disperazione, gelosia e istinto di possesso, sconforto e desiderio di riscatto mirabilmente descritti da una sceneggiatura intelligente e da una regia ammirevolmente essenziale e asciutta, sobria e incisiva. Pedro Armocida sottolinea giustamente come “il tema dei maltrattamenti in famiglia sia toccato in maniera originale, cercando di asciugare il più possibile il film dalla rappresentazione nuda e cruda della violenza. C’è una sorta di insopportabile suspense, di attesa della violenza, proprio come può capitare nella realtà alle donne in queste condizioni”. Pugni e schiaffi non si vedono mai: “immaginare è peggio che vedere -ha dichiarato Iciar Bollain-crea quella tensione necessaria alla gente per non distrarsi e restituisce il terrore di chi vive in casa propria sapendo di non essere al sicuro”.

 … segue commento della regista, Iciar Bollain

     Dopo Flores de otro mundo, volevo fare un film più denso e con meno personaggi, il che forse avrebbe significato un film più duro e più intenso. Così per un po’ di tempo, Alicia Luna, co-sceneggiatrice, ed io ci siamo documentate sulle donne maltrattate dai mariti. Scoprimmo che, sebbene questo sia un soggetto ampiamente trattato dai media, molte delle nostre domande restavano senza risposta.

                    Perché una donna resta per dieci anni con uomo che la picchia? Perché non se ne va? Ma non solo questo. Perché alcune donne insistono addirittura nel dire di essere ancora innamorate? Il fatto di dipendere finanziariamente dal proprio marito non è una ragione valida per spiegare come mai almeno una donna su quattro in Europa e negli Stati Uniti nella sua vita ha avuto una relazione violenta.

                    Nel corso della nostra ricerca, abbiamo appreso che una delle ragioni principali per cui non se ne vanno è che continuano a sperare che il loro uomo cambi. Ecco perché il nostro personaggio principale è una donna che continua a sperare ogni giorno che l’uomo di cui si era innamorata varchi la porta di casa… Ma chi è quell’uomo? Perché non esiste un profilo standard dell’uomo che picchia la moglie? E perché, per anni, questi uomini abusano dell’unica persona che affermano di amare più di sé stessi?

                    Ci sono uomini fisicamente violenti. Altri sono anche psicologicamente violenti e sono probabilmente quelli che fanno il danno maggiore. Alcuni sono genuinamente crudeli, mentre altri sono vittime essi stessi, che sanno risolvere un conflitto facendo uso unicamente della violenza, che devono tenere sotto perfetto controllo la persona che amano, che hanno molta paura…  e l’uomo del nostro film è così. Qualcuno che ha la fortuna di potersi vedere per quello che è, e cambia.

                    TI DO I MIEI OCCHI (TE DOY MIS OJOS) è la storiadi Pilar e Antonio, ma è anche la storia delle persone che li circondano: una madre che giustifica la situazione, una sorella che capisce, ed un figlio che vede tutto ma non dice niente. La città di Toledo con i suoi splendori artistici e la sua importanza.

Iciar Bollain
Iciar Bollain foto dal WEB