Pane Nero – Miriam Mafai

 

 

Pane nero. Donne e vita quotidiana nella seconda guerra mondiale
Miriam    Mafai

Roma era felice, quel 10 giugno 1940, com’erano felici Milano, Torino, Cosenza, Bari, Palermo, Bologna, Firenze. La guerra sarebbe durata poche settimane e la vittoria era sicura. Parigi stava per cadere. Presto sarebbe caduta anche Londra. Milioni di donne preparavano la cena a milioni di uomini, mentre alle otto in punto, annunciate dall’uccellino della radio, nelle case italiane tornavano a farsi sentire le parole di Mussolini: “L’ora della decisione suprema è scoccata”.

E’ così che inizia la guerra fascista in Italia. Una guerra corta, acclamata, da vincere in fretta. Ma le poche settimane diventarono 5 anni, e in quei 5 anni la guerra non la combatterono solo gli uomini al fronte. Nelle città, nelle case, c’erano le donne che combattevano ogni giorno, e Miriam Mafai ricostruisce le loro vite, giorno per giorno, con un libro emozionante, scorrevole e interessantissimo. Ci fa incontrare tutte le donne della guerra, quelle ricche che non hanno mai rinunciato ai vestiti di lusso, quelle povere che imparano a ingannare la famiglia cucinando con poco o niente, quelle che nella guerra scoprono una libertà mai avuta prima, possono uscire da sole, possono addirittura cercare un lavoro, anzi, devono farlo per poter dar da mangiare ai figli, ai genitori, agli uomini rimasti ma nascosti perché non li portino via. Sono le donne che imparano a cucinare senza olio prima e senza sale dopo, che sanno barattare il lavoro con il cibo, che vivono dei mercati neri, che lasciano a casa figli piccolissimi per fare quelli che prima erano lavori da uomo, sono le donne coraggio che imparano ad alzare la voce, che scioperano per una paga più umana, che vogliono diritti, che lottano nella guerra, che aiutano i partigiani, affrontando la paura e la morte.

Sono le donne che si scrollano di dosso il ruolo in cui erano state relegate per anni, quello di donne docili, casalinghe, non troppo belle né troppo curate, ma devote al marito e alla famiglia, brave a cucire ma non a truccarsi, ottime cuoche, sottomesse al marito, madri di tanti figli e con poche lamentele.

Durante la guerra si trovano improvvisamente sole, senza più un marito che prende le decisioni, che ordina, che sceglie. Ora tocca a loro, appropriarsi del ruolo di capofamiglia. E così alcune fanno della loro abilità di sarta un mestiere, altre prendono la bici e diffondono manifesti clandestini, altre lavorano sui tram e in fabbrica, tutte affrontano allarmi, coprifuoco, bombardamenti, paura, fame, il dolore degli affetti che muoiono. Tutte escono dalla guerra vincitrici per aver salvato il salvabile e anche qualcosa di più.