La nostra mostra dedicata al tema della “VIOLENZA ASSISTITA” è finalmente arrivata anche nelle aule scolastiche.
Nei prossimi giorni verrà presentata agli studenti dell’Istituto “Marisa Bellisario” di Trezzo sull’Adda. L’ Associazione “Mariposa” ogni anno propone iniziative di sensibilizzazione in materia di violenza di genere rivolta espressamente agli studenti. Di enorme importanza pertanto il fatto che la nostra mostra faccia tappa anche tra i banchi di scuola.
Crediamo infatti che sia nella scuola che ragazzi e ragazze compiono un percorso fondamentale di crescita culturale e umana, imparano a mettere in discussione stereotipi e condizionamenti, a gestire i conflitti senza far ricorso alla violenza, a riconoscere e ad accettare le differenze che contraddistinguono l’individualità, all’insegna dell’informazione, dell’educazione, perché la cultura è un elemento imprescindibile per contrastare gli atti di violenza e discriminazione.
La violenza a cui i minori assistono tra le mura domestiche nonostante sia stata da tempo classificata tra gli abusi all’infanzia replicati in maniera durevole, continua a non essere considerata nel suo completo significato. Frequentemente minimizzata, la violenza assistita si configura attraverso il ricorrere nella quotidianità qualsiasi forma di maltrattamento perpetrata a danno di una figura di riferimento significativa affettivamente per il bambino.
La Violenza Assistita Intrafamiliare è inglobata nella sfera della Violenza Domestica e assume una propria specificità all’interno di tale quadro. Il ripetersi in una realtà quotidiana di per sé drammatica nega certamente alla prole la possibilità di uno sviluppo affettivo e relazionale armonico. Il bambino coinvolto in questa spirale perversa, si trova a dover essere presente al ripetuto svolgimento di episodi di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale perpetrata contro uno o più componenti della famiglia.
Le ricerche in materia di violenza, rilevano una più alta incidenza negli adolescenti di comportamenti devianti e delinquenziali da esperienze avverse infantili: i maltrattamenti assistiti vengono considerati come una delle cause delle fughe da casa, del bullismo, della violenza nei rapporti sentimentali tra adolescenti. I comportamenti di reazione alle vessazioni indirettamente vissute ma anche direttamente subite, possono culminare talvolta anche nella risposta estrema del suicidio.
I percorsi preventivi si protraggono nel tempo e debbono essere agiti con continuità ed efficacia soprattutto in questo momento storico ove la crisi della famiglia, le difficoltà nell’espletamento del ruolo genitoriale, ed il progressivo aumento della violenza hanno aggravato la condizione dei figli. Riappropriarsi di modelli di pensiero e applicare i riferimenti normativi idonei, rinnovando quelli obsoleti, è parte integrante di un impegno etico nei confronti dell’infanzia vittimizzata, una priorità tanto unica quanto impegnativa ed urgente, per poter finalmente far fronte alle emergenze proprie delle multiformi tipologie di sofferenza.
VICINI AD UN’ INFANZIA IMPERCETTIBILE
<< Solo se un bambino ha sperimentato abbastanza le sicurezze, sempre uguali e costanti, ripetute nel tempo, prevedibili e certe come le onde del mare, o la stella polare, riuscirà a sentirsi sicuro anche davanti all’incertezza dei cambiamenti. “Bisogna avere delle certezze per affrontare l’incerto” diceva Bowlby parlando della famiglia come “base sicura” da cui un esploratore può partire. >>
da “ Il bambino lasciato solo “ Alba Marcoli, pp 194 , Oscar Mondadori)
