“Una donna” di Annie Ernaux

 

 

 

 

 

 

 

“Mia madre è morta lunedì 7 aprile nella casa di riposo dell’ospedale di Pontoise, dove l’avevo portata due anni fa. Al telefono l’infermiere ha detto: «Sua madre si è spenta questa mattina, dopo aver fatto colazione». Erano circa le dieci”.
Questo è l’incipit secco e freddo di “Una donna” con il quale Annie Ernaux racconta la vita e la morte di sua madre, ripercorrendo periodi della sua storia. Si viene coinvolti dal dolore, dall’empatia, dalla voglia di capire fin nel profondo quale sia l’anello che ha tenuto legato una figlia ad una madre amata, criticata, a volte respinta, osservata con i diversi occhi nelle differenti tappe di crescita: durante l’infanzia, nel corso dell’adolescenza ed in età adulta.

Il racconto viene fatto attraverso la ricostruzione del percorso della vita della madre nata nel 1906 nell’ambiente difficile della miseria contadina. Poiché caratterialmente molto ambiziosa questa donna lavora con caparbia determinazione per uscire da una condizione sociale svantaggiata per permettere alla figlia di fare quel salto culturale che le consentirà di trovarsi una diversa collocazione sociale.

La memoria di Annie Ernaux trova spunto da una fotografia dei genitori il giorno delle nozze, insieme ad un souvenir ritrovato sul comodino. Questo è l’ultimo oggetto appartenuto a sua madre malata di demenza senile e che ha perso la memoria negli ultimi due anni di vita. Un amore quello con la madre, che in vita è stato caratterizzato da una timidezza dei gesti d’affetto e che molto spesso non è riuscito a manifestarsi. Inoltre dolorosamente avaro di discorsi probabilmente derivato anche dal fatto di un certo formalismo sociale accentuato dai tempi.

Ci sono intere pagine, interi periodi, in cui le parole di Annie Ernaux trascinano, coinvolgono, facendo sentire la sorellanza che ci accomuna nella perdita indicibile di chi ci ha generato, di chi a modo suo certamente ci ha amato, ma che magari in alcune fasi dell’ esistenza non si è riusciti come si avrebbe voluto, ad accettare, comprendere o volere.

È un libro prezioso.

 

per chi vuole conoscere meglio Annie Ernaux e i suoi libri qui di seguito intervista di Daria Bignardi