“LE RICAMATRICI” regia di Éléonore Faucher

 

le ricamatrici

 

Una storia di ordinaria tristezza, dai colori pastello, credibile nel suo happy end. Un piccolo gioiello.
Claire ha diciassette anni. Quando scopre di essere incinta di cinque mesi, decide di partorire in gran segreto. Trova rifugio dalla signora Melikian, una ricamatrice che lavora per l’alta moda. Giorno per giorno, punto dopo punto, man mano che la pancia di Claire cresce, fra le due donne si instaura un rapporto madre-figlia.
Strepitose le interpreti (Arianne Ascaride, musa di Guediguian, triste e depressa nell’elaborazione del lutto che l’ha colpita, ma capace d’un tratto di illuminarsi con un sorriso e Lola Neymark, dalla strepitosa chioma rosso fuoco), e valida anche la regia della Faucher che predilige i primi piani ed i colori pastello per raccontare una storia di ordinaria tristezza ma credibile nel suo happy end. Poche parole, mai fuori luogo, un film finalmente non urlato, fintamente dimesso, misurato, pudico e riuscito, da vedere
.

La metafora del ricamo paziente tessitura di bellezza, produce oggetti che rimarranno nel tempo così come continua ad esistere quella splendida attitudine tutta femminile che sa comprendere , tessere e ricucire gli sfilacciamenti dell’anima. Un film che lascia una traccia e un’impronta di sé.

P.S. Esistono ancora film fatti da donne e per donne? Certo, anche se i primi che dovrebbero vederli sono gli uomini. Come questo Le ricamatrici, debutto premiato a Cannes 2004

 

E.-Faucher-L.-Naymark
E.-Faucher-L.-Naymark

 

Éléonore Faucher
Éléonore Faucher