Vento scomposto – Simonetta Agnello Hornby

 Assai avvincente questo racconto che, con ritmo incalzante, offre numerosi spunti di riflessione sull’ampio tema della tutuela dei diritti civili in particolare dei minori. E’ il paradossale inferno in cui cade una borghese famiglia felice il cui padre viene accusato dalla maestra d’asilo e dai servizi sociali, attraverso l’interpretazione di alcuni disegni fatti dalla piccola figlia, di abusi sessuali su di essa.

 

RIEPILOGO

 

I coniugi Pitt si sono appena trasferiti nella loro nuova casa nell’elegante quartiere di Kensington. Mike lavora nella City come merchant banker, Jenny è consulente di una prestigiosa catena di negozi; hanno due figlie, Amy e Lucy. Una famiglia borghese, benestante, “normale”. E tuttavia qualcosa comincia a non funzionare quando la maestra della piccola Lucy legge nei comportamenti della bambina turbamento e disagio. Sembrerebbe soltanto una seccatura, invece per Mike Pitt è l’inizio di un incubo. Per uscire dal labirinto di accuse che lo mettono con le spalle al muro si rivolge a Steve Booth, avvocato specializzato in diritto di famiglia abituato a confrontarsi con la clientela disagiata e multietnica di Brixton. Mentre Jenny continua a ripetere che “Lucy sta benissimo” e crede fermamente nell’innocenza del marito – cosa che esaspera il clima di sospetto e l’ostilità dei servizi sociali -, Steve Booth e il suo studio devono muoversi in una ragnatela di accuse che si infittisce di giorno in giorno, in un gioco sempre più paradossale di ambiguità e ossessioni. Romanzo giudiziario e di costume, thriller sociale e familiare in cui innocenza e colpevolezza si dividono la scena fino all’ultima pagina, “Vento scomposto” sorprende i lettori di Simonetta Agnello Hornby per il teatro contemporaneo della vicenda, una Londra di interni alto-borghesi e appartamenti di periferia, di aule di tribunale, parchi, strade e mercati.