Un sussulto di Maria Gisella Catuogno

foto di Momi Mariani

Un sussulto

Un sussulto, concediti un sussulto

di dignità, di misericordia:

non sono carne da godere o da macello

sono creatura, come te

contraddittorio impasto

di cielo e di terra, di miele e di dolore.

Devi accettarmi, non plasmarmi

-come argilla il vasaio-

sono pesanti le tue mani

magli che illividiscono

e spaccano la pelle, aprono rivoli

di sangue, lacrime ed orrore.

Non appartengo a te

né a nessun altro, sappilo:

io sono della stessa materia delle stelle

degli acini che si gonfiano nel grappolo

della linfa che vivifica i tronchi

e fiorisce gemme a primavera.

La mia anima è ovunque, credilo:

nelle maree lievitate dalla luna

nei movimenti delle posidonie sui fondali

nel frullìo d’ali degli uccelli

nel vibratile sussurro della neve.

Non è forza la tua, è solo debolezza

vigliacca, che m’umilia e t’umilia

che recide ogni filo della trama

tessuta un giorno insieme.

Perché l’anima, sai, non si possiede

non si possiede mai.

E questo corpo su cui cantasti

un giorno, forse, una canzone d’amore

è diventato una sfida e una prigione.

E’ sbocciato l’odio nel mio cuore

e lo coltivo come fosse un fiore.

E mi ripeto che questa non è vita

è un cadavere senza sepoltura

un incubo perverso e allucinante

l’inferno, senza averne colpa.

Maria Gisella Catuogno dal Web -ViaDelleBelleDonne wordpress.com