“Non una di meno” Roma 26 novembre 2016 – Mariposa c’è

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Un fiume lungo, inarrestabile, tante sono le generazioni presenti: dalle bambine alle ragazze, fino alle donne che hanno vissuto le passate stagioni del femminismo, ma anche gruppetti di uomini, molti i giovani.

Questa l’immagine che si presenta, ed anche l’Associazione Mariposa, con una delegazione delle nostre volontarie, ha partecipato sabato 27 novembre 2016 alla manifestazione nazionale tenutasi a Roma, contro la violenza sulle donne.

La manifestazione è stata indetta dalla piattaforma “Non una di meno”, a cui hanno aderito diverse associazioni come “Di.Re”, “Udi”, “Io decido” e i centri antiviolenza.

Secondo le organizzatrici alla manifestazione hanno partecipato 200mila persone, che hanno sfilato da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni.

In un comunicato stampa le organizzatrici hanno però denunciato di essere state ignorate dai mezzi d’informazione.

Molti gli slogan emersi durante il corteo accompagnati da vecchie e nuove parole d’ordine:

Non una di meno” lo slogan principale mutuato dai movimenti femministi argentini impegnati nella denuncia della violenza domestica.

Tuttavia si urla anche a gran voce:

Le strade libere le fanno le donne che le attraversano”

Il corpo è mio e decido io”

La rivoluzione sarà femminista”

Il violento non è un malato, è il figlio sano del patriarcato”

Nessuna è libera finché tutte non sono libere”

Siamo le nipoti delle streghe che non siete riusciti a bruciare”

«Per le donne non basta un lutto, pagherete caro, pagherete tutto»

«Siamo l’urlo altissimo e feroce di tutte quelle donne che non hanno più voce»

Molte le questioni denunciate dai manifestanti: dalle violenze sessuali e fisiche, ai soprusi, alle discriminazioni di ogni tipo, alla disuguaglianza economica e sociale, alla scarsa rappresentanza, al taglio dei fondi ai consultori e ai centri antiviolenza, alle restrizioni concrete all’attuazione della legge sull’interruzione di gravidanza.

Il giorno successivo al corteo le Associazioni organizzatrici, si sono ritrovate per definire un percorso politico (iniziato con la manifestazione) elaborando alcune linee guida intorno alle quali organizzarsi.

L’assemblea femminista riunita nel tavolo tecnico sulle disuguaglianze e discriminazioni sul lavoro e nel welfare ha deciso di appropriarsi dello slogan dei movimenti femministi argentini e proclamare una giornata di sciopero generale delle donne l’8 marzo 2017: “Se le nostre vite non valgono non produciamo”.

A seguito degli elementi emersi dall’analisi nell’incontro ecco alcune delle proposte indicate sulle quali lavorare:

  • un reddito minimo per le donne che non lavorano; per aiutarle a emanciparsi dalla dipendenza economica che spesso impedisce loro di fuggire da situazioni di violenza.
  • l’accesso universale all’interruzione volontaria di gravidanza
  • l’estensione dell’uso della pillola Ru486 a 63 giorni
  • il sostegno finanziario ai consultori come pratica dell’idea di salute e di benessere, la lotta all’obiezione di coscienza tra i ginecologi
  • l’uso del femminile nei discorsi
  • la diffusione della pratica dell’autodifesa e dell’autoformazione
  • l’educazione alla sessualità libera

Non una di meno” appropriamoci di questo slogan, perché non siamo più disposte a perdere una sola donna a causa della violenza di un uomo.
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