“Limbo” di Melania Mazzucco

In queste pagine si intrecciano le vite di un uomo e di una donna; due vite complicate, due anime ferite seppur in modo differente, due anime perdute che tentano di ritrovare se stesse.
Le tematiche in gioco sono numerose e ben amalgamate tanto da incatenare il lettore a questa storia veritiera, toccante e profonda, dove il romanzo lascia il campo ad immagini suggestive e maledettamente contemporanee, come la missione italiana in Afghanistan.
La Mazzucco ha l’incredibile capacità di entrare nella storia, di entrare nel personaggio e farlo vivere al lettore in modo totale e intenso; ecco, allora, che la storia di Manuela, giovane donna soldato, ci porta tra le sabbie infuocate dei deserti afghani, nelle tende del nostro contingente, nei cuori dei nostri giovani, fino a percepirne gli ideali, la forza e le diverse motivazioni personali, ma anche la paura ed il senso di precarietà.

Il tema della guerra non vuole essere totalizzante, ma è una delle componenti di questo romanzo che da’ largo spazio anche ai problemi legati alla famiglia e alla destabilizzazione dell’uomo.
Questa è anche una storia di legami, di affetti perduti, di emozioni ritrovate, di persone a cui la vita ha interrotto un cammino sereno, di persone che cercano di dare un senso alla propria esistenza.
Ecco allora il limbo, quello spazio temporale in cui l’uomo vaga alla ricerca di sé, di valori cui ancorarsi, di amore, di comprensione, di realizzazione; insomma una marcia lenta, difficile, talora scoraggiante, verso un porto sicuro.
Limbo, inteso come condizione temporanea da cui si riesce ad evadere oppure come condizione eterna che ti inghiotte e ti incatena.

Melania Mazzucco è una delle migliori narratrici dell’attuale panorama italiano; la sua penna corposa e avvolgente cattura e trascina nella storia, scava nell’anima del suo personaggio raggiungendo un livello di completezza e profondità fuori dal comune.
Notevole la capacità di elaborare sentimenti e sensazioni, di far parlare il cuore dell’uomo senza banalizzare o scivolare nel mellifluo.

E’ una lettura gradevolissima seppur amara, ricca di spunti di riflessione sull’esistenza, sulla ricerca di quella giusta collocazione nel mondo a cui ciascuno ambisce e sulle ferite più insidiose, ossia quelle dell’anima.