Il “25 APRILE” e le sue donne

 

 

 

 

 

 

 

Le donne hanno fatto parte di una resistenza taciuta. Quelle donne che chiamate a combattere in un mondo in sfacelo si esposero senza esitare a tutti i rischi di quella che fu la guerra partigiana.
La maggior parte di loro non volle imbracciare le armi, simbolo del potere maschilista, ma presero parte a pieno titolo a tutta la Resistenza civile e si distinsero dagli uomini per i modi e la qualità della loro partecipazione.
Il loro operato fu tanto più eccezionale e di portata storica se si pensa che quelle donne (siamo negli anni 40) erano cittadine di serie B.: non votavano, non avevano veri e propri diritti ed erano costrette a sottomettersi non solo ad un regime politico totalitario ma ad una cultura sociale fortemente maschilista.
Il fascismo è stato dichiaratamente nemico delle donne: prima ha teorizzato l’inferiorità femminile, per cui le donne sono da valorizzare solo entro i limiti loro imposti dalla Natura, per cui “la donna non pensa, è”…e se non pensa non può agire e se non agisce non può essere considerata responsabile di sé e quindi è da tenere sotto controllo, come “una persona ignorante e capace di ogni sciocchezza”; poi ha ribadito quella inferiorità praticamente, attraverso leggi, decreti e sentenze che hanno costituito la prassi del regime: si pensi alle politiche demografiche, o al codice di famiglia.

Dietro ogni grande svolta storica, ci sono sempre state donne coraggiose e forti, delle vere “guerriere”. Durante la Resistenza il ruolo delle donne non è stato un semplice “contributo”, ma una vera e propria lotta.
“…La partecipazione delle donne alla Resistenza fu dovuta principalmente a motivazioni personali. A differenza di molti uomini che scelsero di andare in montagna per sottrarsi all’arruolamento dell’esercito di Salò, nessun obbligo militare costringeva le donne ad una scelta di parte. Potevano starsene a casa, insomma. La Resistenza fu anche occasione per affermare qui diritti che non avevano mai avuto. Mai come in quei mesi ci siamo sentite pari all’uomo. Paradossalmente con la guerra si crearono le condizioni di una libertà personale mai sperimentata prima. Molte di noi con la Resistenza si guadagnarono la loro autonomia…”
Onorina Brambilla detta Nori, nome di battaglia SANDRA

Onorina Brambilla detta Nori, nome di battaglia SANDRA – immagine dal web