“La bastarda degli Sforza” di Carla Maria Russo

c.m.russo

 

 

 

 

 

 

 

Dalla prefazione del libro:

  1. In una Milano splendida e in subbuglio dopo l’ascesa al potere di Galeazzo Maria Sforza, tiranno crudele e spietato ma anche amante delle arti e della musica, nasce Caterina, figlia illegittima di Galeazzo, la quale fin da bambina dimostra qualità non comuni e uno spirito ribelle: impossibile imbrigliarla nell’educazione che sarebbe appropriata per una femmina, ama la caccia, la spada, la lotta. Una sola regola sua nonna Bianca Maria riesce a inculcarle nell’animo: la necessità, per una nobildonna, di pagare il privilegio della sua nascita accettando il proprio destino, qualunque esso sia, per il bene del casato cui appartiene, anche a costo di tradire la propria natura. Per questo, quando è costretta a nozze forzate per salvare il ducato da una pericolosa guerra scatenata dal papa Sisto IV, Caterina subisce il matrimonio e, con esso, gli orrori perpetrati dal marito, che si rivela tanto violento quanto pavido e imbelle. Quando però, dopo la morte improvvisa di Sisto IV, loro protettore, si troverà coinvolta in una serie di feroci scontri tra gruppi di potere e opposte fazioni, il suo palazzo assalito e distrutto, la vita sua e dei figli in gravissimo pericolo, ritroverà lo spirito battagliero e il coraggio indomabile di un tempo e combatterà come e meglio di un uomo, lasciando un segno così indelebile nella vita di chi la ama e di chi la odia da guadagnarsi l’appellativo di Tygre.

Il racconto della sua vita straordinaria: Caterina che stringe la bambola mentre Girolamo si impone su di lei, Caterina nella gloria della sua bellezza adolescente quando deve raggiungere il marito, Caterina che si interessa di erbe medicali che le serviranno per curare gli ammalati, Caterina che sfida ali di folla minacciosa uscendo a cavallo da Castel Sant’Angelo, Caterina e si suoi figli prigionieri: Caterina ci incanta, ammiriamo la donna Caterina che ci pare una femminista ante litteram, vogliamo sapere altro di Caterina?, giriamo pagina con ansia e… il libro è finito. .

Carla Maria Russo ci ha avvisato che questa è un’opera di fantasia e che i fatti storici sono da lei liberamente interpretati. Se il lettore intende leggere un libro di storia, ha sbagliato libro.
Se però vuole tuffarsi nella storia, accettando che la trama del canovaccio sia solida ma che i colori delle scene raffigurate siano rese brillanti dall’immaginazione, La bastarda degli Sforza è un’appassionante escursione nel passato, tra il 1472 e il 1488,.

In una intervista all’autrice Carla Maria Russo alla domanda di come sceglie le eroine dei suoi libri (Costanza d’Altavilla, Eleonora d’Aquitania, Caterina Dolfin Tron, Caterina Sforza) in quanto c’è qualcosa in comune tra queste donne,lei risponde così

“I miei personaggi sono quasi tutti donne perché è molto più difficile essere anticonformisti quando si è donna. Incarnare questa forza, questa libertà di pensiero, questo coraggio, è più difficile per una donna. Questo spiega anche la mia predilezione per le donne del passato. Oggi è più facile essere anticonformiste, mentre le donne del passato rischiavano la vita. Queste figure incarnano, per noi donne di oggi, il bisogno della donna di affermare la libertà di pensiero contro l’ideologia che la vorrebbe diversa. Non voglio chiamarle ‘eroine’: sono donne a tutto tondo, con i pregi e i difetti, la forza di carattere per essere libere ma anche debolezze: sono giovani, impulsive, hanno dentro di sé una carica di coraggio che le rende irrequiete”.

Caterina Sforza-immagine dal Web
Caterina Sforza-immagine dal Web
Carla Maria Russo (immagine dal Web)
Carla Maria Russo (immagine dal Web)